Comune di Baselga (1851 - 1922)

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Stato

Condizione: pubblico

Sede: Baselga

Il territorio facente capo al cessato principato vescovile di Trento fu annesso alla provincia del Tirolo con patente imperiale del 4 febbraio 1803. Con la pace di Presburgo del 26 dicembre 1805 passò al Regno di Baviera fino al 1810, e al Regno italico dal 1810 al 1813. Durante questo periodo di transizione, l’assetto organizzativo e amministrativo del territorio era mutato più volte.
Nel 1813, il territorio riferito al cessato Dipartimento dell'Alto Adige fu annesso nuovamente all'Austria e organizzato nella nuova provincia del Tirolo e Vorarlberg. L'intera provincia venne ripartita in circoli e i due distretti circolari di Trento e Rovereto affidati ad uffici capitaniali, che a loro avevano il controllo sui molti distretti giudiziali.23 Al Giudizio sovrano di Vezzano faceva riferimento Baselga.
Conclusa la fase di transizione, la circolare del capitanato circolare di Trento del 4 novembre 1817 n. 11135 sancì il passaggio definitivo al nuovo stato, con effetti a partire dal 1° gennaio 1818. Il 26 ottobre 1819 fu emanato il regolamento comunale per il Tirolo e il Vorarlberg, che ripartì i comuni in tre classi in base al numero degli abitanti: particolari norme andarono a regolamentare i centri urbani (Rovereto e Trento), le città minori, i comuni di campagna. Nei comuni di campagna l’organico dell’amministrazione era così composto: un capocomune, uno scrivano comunale, un cassiere e un esattore, infine un guardiano delle campagne e un guardia-boschi. Nominati dagli organi del comune, questi ufficiali dovevano essere confermati dal Giudizio e la carica (riconfermabile) durava un anno. Al capocomune erano sottoposti i dipendenti comunali. Egli sorvegliava l’operato dell’esattore e del cassiere comunale, aveva la responsabilità sul bilancio ordinario, controllava le funzioni di polizia, comandava le guardie campestri, vigilava sui confini. Il suo operato era sottoposto agli ordini e al controllo del Giudizio. I deputati comunali coadiuvavano il capocomune, sostituendolo in caso di assenza e congiuntamente esercitavano funzioni di controllo sull’esattore e sul cassiere comunale: il primo riscuoteva le steore (la cui contabilità era distinta da quella del comune), il secondo amministrava i beni del comune. I compiti delle guardie campestri ricalcavano quelle dei saltari di antico regime.
A seguito dei fatti del 1848 fu emanata la legge comunale provvisoria n. 170 del 17 marzo 1849, che cercò di rafforzare l’unità politico-amministrativa dell’impero. Questo regolamento non faceva più il distinguo tra centri rurali e città. Il comune otteneva ora anche potestà delegate, assumendo un ruolo di ente territoriale autonomo. Al comune rimasero assegnate attribuzioni naturali, quelle che riguardano gli interessi comunali entro i suoi confini, e attribuzioni delegate dallo stato. Vennero istituiti due organi elettivi: la Deputazione comunale, con competenze amministrative ed esecutive, e la Rappresentanza, organo deliberativo e sorvegliante per l’amministrazione del patrimonio comunale e il mantenimento dell'ordine pubblico. Nei comuni fino a 1000 abitanti, la Rappresentanza era composta da 8-9 membri (eletti in base ad un sistema censuario) e aveva diverse competenze: la nomina del personale sussidiario, gli affari relativi ai fondi ed istituti comunali, la tenuta dell’inventario, l'elezione e la sorveglianza della Deputazione comunale, il conferimento del diritto di incolato, l'assunzione a membro comunale, l'esercizio del diritto al conferimento di fondazioni, l'esercizio del diritto di patronato, la cura per gli istituti di polizia locale, per il provvedimento dei poveri, il riscontro della cassa comunale. La Deputazione veniva eletta dalla Rappresentanza, era composta dal capocomune e due consiglieri comunali e costituiva l’organo esecutivo e amministrativo. Aveva anche funzioni delegate, tra le quali l'esercizio di punire. Ai comuni era riconosciuta la possibilità di aggregarsi, al fine di rendere più razionale l’amministrazione e tagliare le spese di gestione, sancendo l’autogoverno dei comuni e regolando i diritti comunali previsti dalla costituzione del 4 marzo 1849, all’articolo 33. Tuttavia, la legge provvisoria del marzo 1849 non trovò applicazione immediata, a causa delle ordinanze di stampo neoassolutista (1851-1861).
Con il volgere del 1861 si ebbe un ritorno ai principi del liberismo, con la ripresa della legge del 1849. Un passo importante fu l’emanazione della legge quadro del 5 marzo 1862 n. 18 per gli affari comunali.
La gestione dei redditi comunali venne inquadrata in due normative: con legge del 18 gennaio 1882 n. 2, e legge dell’8 giugno 1892 n. 261.
Nell’archivio comunale di Baselga, si è conservato il registro delle deliberazioni della rappresentanza comunale dal 1851. La rappresentanza si riuniva nella cancelleria comunale di Baselga. L’adunanza si svolgeva davanti al capo-comune (o podestà), al segretario, e ai componenti dell’assemblea, composta da due consiglieri e nove rappresentanti comunali. Il podestà proponeva l’ordine del giorno e l’oggetto di deliberazione. Già dal 1852, nel registro delle deliberazioni in luogo del podestà compare il capo-comune, e i consiglieri assumono la denominazione di deputati. I verbali di deliberazione venivano sottoscritti dal segretario, dal capo-comune e da un rappresentante. Il patrimonio del Comune di Baselga consisteva in possedimenti prativi e boschivi, da sempre risorsa principale della comunità.
Nonostante la cessazione dell’istituzione regolana, nelle comunità permanevano buona parte delle attività e delle necessità di antico regime. Sia nel 1852 che nel 1864 si ribadiva quanto già presente nella carta di regola: il bestiame, eccettuati due capi per famiglia doveva essere consegnato al pastore del paese, e tutti ne dovevano contribuire al salario. Il Comune continuava a deliberare sul taglio e la gestione dei boschi, sul salario del guardia-boschi, sulla manutenzione di strade e lavatoi. Decisioni erano prese in merito al medico condotto, alla tassa per la caccia, e alle prestazioni gratuite degli abitanti. Dal 1860 il comune di Baselga era parte della pretura di Vezzano.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Cristina Paternoster