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Esibiti | Comune di Sardagna | Archivio storico del Comune di Trento

Esibiti (1818 - 1922)

Serie

81 unità archivistiche collegate

La documentazione, che copre gli anni 1818-1923, è contenuta in 81 buste ed è ordinata per lo più per numero di protocollo.
In questa serie sono raccolti il carteggio e gli atti prodotti e ricevuti dal comune nello svolgimento delle proprie funzioni amministrative. Nel periodo austriaco scarseggiavano precise direttive sulla tenuta di tale documentazione, che veniva per lo più organizzata secondo l'ordine cronologico e seguendo la numerazione progressiva assegnata ai singoli atti al momento della loro inscrizione sul registro di protocollo. La sequenza numerica ripartiva in genere dal numero uno all'inizio di ogni anno amministrativo (che andava da novembre a ottobre dell'anno successivo) o solare. La variabilità nella gestione della corrispondenza era dovuta fra l'altro all'abolizione della figura del segretario comunale, decretata per i comuni di campagna dalla legislazione comunale del 1819, e quindi dall'assenza di una figura incaricata specificatamente della gestione degli atti d'ufficio. La carica di segretario fu ripristinata con la legge provvisoria del 1849, ma neppure dopo tale data si ebbero specifiche indicazioni sulla tenuta della corrispondenza che fu pertanto affidata alle capacità organizzative dei singoli impiegati. Solo con l'avvento del governo italiano venne esteso ai comuni delle nuove province il titolario modello fissato dal Ministero dell'Interno con circolare 1°marzo 1897, n. 17100/2, che, almeno teoricamente, doveva dare uniformità alla gestione di questa parte dell'archivio.
Nell'aprile del 1956, a quanto risulta da un rilevamento sulla consistenza dell'archivio richiesto dal Comune di Trento, risulta che gli atti dal 1818 al 1919 erano conservati in 84 teche senza classificazione, mentre gli anni 1920, 1921, 1922 erano classificati secondo quindici categorie. La "Guida storico-archivistica" del Casetti riflette tale situazione, la quale venne successivamente modificata, in particolare a seguito di un intervento degli anni Ottanta, che riorganizzò gli esibiti degli anni 1818-1899 in pratiche pluriennali a loro volta raggruppate secondo le 16 categorie previste dal seguente titolario:
I. Annona
II. Industria e commercio
III. Forestale e agricoltura
IV. Cancelleria e statistica
V. Amministrazione comunale
VI. Ecclesiastico
VII. Lavori pubblici
VIII. Finanze, dazio
IX. Fondazioni
X. Militare
XI. Polizia
XII. Beneficenza
XIII. Pubblico, elezioni
XIV. Sanità
XV. Scuole
XVI. Imposte e tasse.
Grazie al rinvenimento nell'archivio di alcune buste di carteggio non interessate da tale intervento è stato possibile rilevare le modalità originarie di organizzazione della documentazione e si è quindi ritenuto opportuno ricostruire sulla base di queste l'intera serie.
Rimane comunque traccia dell'ordinamento per categorie, in quanto si è deciso di non cancellare le annotazioni (numero della categoria e titolo della pratica a cui l'atto era stato assegnato) che in tale occasione erano state apposte in calce a ciascun documento.
Il carteggio è stato riordinato per numero di protocollo secondo l'anno solare o quello amministrativo, in base a quanto ricavato dai registri di protocollo, mentre i documenti senza numero sono stati collocati a parte in fondo ai singoli anni.
Sono stati riordinati per numero di protocollo anche gli anni 1823-1826, benché sui relativi registri i vari documenti fossero suddivisi secondo le nove categorie di un titolario coevo. L'analisi dei singoli atti ha infatti permesso di rilevare come tale sistema non fosse applicato nella disposizione materiale delle carte, probabilmente anche a seguito della loro esiguità numerica.
Molto più controversa risultava la questione per il carteggio del primo decennio del Novecento, non interessato dall'intervento di riordino per categorie. Analizzando i registri di protocollo relativi a tale periodo, infatti, in corrispondenza ad alcuni atti si trovano rimandi a fascicoli per materia ("Incolati", "Protocolli stradali", "Affari militari", "Ruolo dei documenti", ecc.) dei quali però non rimane traccia. Data la difficoltà di ricreare le varie pratiche, mancando sulle carte ogni riferimento, si è deciso di ignorare i rimandi segnati sui registri e di procedere, anche in questo caso, all'ordinamento per numero di protocollo.
All'opposto, sempre nel carteggio dei primi anni del Novecento, si trovano alcune pratiche speciali, separate dal resto della documentazione tramite fascette, formati probabilmente in occasione di un intervento a posteriori. Tali fascicoli, dei quali non troviamo alcuna indicazione nei registri di protocollo e che sono spesso pluriennali, sono stati mantenuti e segnalati nella descrizione delle singole buste. Si deve però sottolineare il fatto che molto materiale, di argomento affine a quello contenuto in tali pratiche, non era stato compreso in esse e quindi, nell'operazione di riordino, è rimasto nel carteggio generale ordinato per numero di protocollo. Rimane comunque il dubbio che alcune di queste pratiche non siano state identificate a causa della rottura e della perdita delle relative fascette.
Per quanto riguarda l'organizzazione dei fascicoli, per tutto l'Ottocento si nota la tendenza ad assegnare lo stesso numero di protocollo alle carte che via via vanno a formare la pratica, mentre in seguito le carte erano per lo più unite con graffette o spillini. In entrambi i casi i documenti formanti un unico fascicolo sono stati inseriti in apposite camiciole.
Il carteggio relativo all'anno 1918 è diviso in due parti in quanto, così come risulta dal registro, la numerazione di protocollo si interrompe il 26 ottobre, per riprendere con il numero uno il 29 novembre, segnando così la cesura dell'annessione al Regno d'Italia. L'intero anno 1919 è stato riordinato secondo un criterio cronologico, data l'esiguità delle carte protocollate e il gran numero di errori presenti sul relativo registro, che avrebbero presupposto un massiccio intervento di correzione. Gli atti relativi agli anni 1920 -1921 -1922 sono stati ordinati per numero di protocollo, data l'impossibilità di ricostruire la loro classificazione secondo le categorie riportate nel rilevamento del 1956.
Nelle buste del carteggio ottocentesco sono spesso contenuti anche i verbali delle sedute della Rappresentanza comunale, nonché varia documentazione contabile, in particolare pezze d'appoggio ai preventivi e consuntivi. Tali documenti, che nel precedente riordino erano stati collocati in una busta apposita, avevano nella maggioranza dei casi un numero di protocollo. Per questo motivo si è deciso di ricondurli alla propria posizione, fra gli atti del relativo anno, mettendo in fondo alla busta quelli senza numero.
Si segnala che nel carteggio del Comune sono comprese anche le carte relative al Consiglio scolastico locale. Per un breve periodo tale ente gestì un proprio protocollo, separato da quello dell'amministrazione comunale, del quale però non rimane traccia se non in qualche annotazione sui documenti. Data l'esiguità di tali indicazioni e visto che, in linea di massima, le carte indirizzate al Consiglio venivano protocollate sui registri del Comune, si è deciso di non estrapolare tali atti. Quale elemento di riconoscimento della corrispondenza specifica gestita, almeno teoricamente, in maniera separata e autonoma dal Consiglio scolastico locale rimane soltanto il timbro che lo stesso apponeva sui singoli documenti. In occasione di un tentativo di organizzazione del carteggio comunale effettuato a posteriori, gli atti del Consiglio scolastico locale relativi ai primi anni del Novecento erano stati collocati, insieme ad altra documentazione di argomento scolastico propria del Comune, in fascicoli legati con fascette e intitolati "Affari scolastici". Ulteriore documentazione del Consiglio e del Comune, sempre relativa ad affari scolastici, è conservata in una busta collocata nella serie Pratiche speciali del fondo di ordinamento austriaco.