Comune di Mattarello (1810 settembre 24 - 1817 dicembre 31)

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Stato

Condizione: pubblico

Sede: Mattarello

Il 1° settembre 1810, con il decreto n. 94 del 28 maggio dello stesso anno, entrò in attività il dipartimento dell'Alto Adige, retto da Alessandro Agucchi fino al 16 dicembre 1811 e in seguito da Filippo Dalfiume fino al 13 ottobre 1813. Esso era diviso in cinque Distretti: Trento, capoluogo e sede della prefettura, Cles, Bolzano, Rovereto, Riva, dove funzionavano le vice-prefetture. I distretti a loro volta erano divisi in Cantoni sedi di Giudicature di pace. Il distretto di Trento era diviso nei cantoni di Trento (formato dai comuni di Trento, Piné, Civezzano, Segonzano, Terlago, Albiano, Meano, Vezzano, Mattarello e Calavino), Lavis, Pergine, Levico, Borgo.
Con decreto vicereale emanato a Monza il 23 agosto 1810, furono estesi al dipartimento dell'Alto Adige le leggi e i decreti riguardanti l'organizzazione amministrativa dei comuni, i quali furono ridotti in numero operando delle aggregazioni. Le 414 comunità furono ridotte a 121 comuni, divisi in tre classi secondo il numero di abitanti: I classe con piu' di 10000 abitanti, II classe con un numero d'abitanti da 3000 a 10000, III classe con meno di 3000.
Organi comunali erano: il Consiglio comunale riunito almeno due volte all'anno per l'approvazione del conto consuntivo del comune, l'esame del preventivo e la nomina degli amministratori municipali e dei revisori dei conti per l'anno successivo; la Municipalità composta da un podestà e sei savi nei comuni di I classe, da un podestà e quattro savi in quelli di II classe, da un sindaco e due anziani nei comuni di III classe.
Ciascuna Municipalità era dotata di un Segretario e altri impiegati quali un ragioniere, un protocollista, uno speditore, un ingegnere, degli aggiunti, degli scrittori e inservienti. Le comuni di terza classe avevano il diritto solo al segretario ed al cursore. La scelta degli impiegati veniva sottoposta dal Podestà o Sindaco al voto del consiglio Comunale e in seguito all'approvazione del Prefetto. Anche il Segretario comunale di prima e seconda classe doveva portare l'uniforme simile a quella dei savi, ma con una sola lista dentellata. Erano previsti impiegati per l'amministrazione nei comuni aggregati, per la distribuzione degli alloggi militari e per l'ufficio dello Stato civile.
I fondi per sostenere le spese d'amministrazione derivavano ai Comuni dagli eventuali beni allodiali, dalla sovraimposta sull'estimo, dalla tassa personale (per le sole comuni aperte; per le comuni murate c'era il dazio sul consumo), dalla quarta parte del contributo professioni arti e commercio, dalle tasse d'annona, tasse di polizia e multe relative, dalle tasse d'amministrazione, dai diritti sull'uso di aree urbane, ed inoltre dai livelli, censi, decime e interessi di capitali. Per le tasse di polizia ed atti d'amministrazione, multe di polizia e d'annona i segretari municipali erano obbligati a tenere apposito registro.
La legislazione napoleonica introdusse nei comuni l'ufficio di Stato civile. Nei comuni di prima e seconda classe il Podestà nominava un savio municipale in Ufficiale dello Stato Civile; nei comuni di terza classe era lo stesso Sindaco a svolgerne le funzioni. L'Ufficiale dello Stato Civile aveva il compito di formare e custodire i registri in cui si estendevano gli atti di nascita, di matrimonio e di morte ed i registri delle pubblicazioni di matrimonio e opposizioni. Aggiunti allo Stato Civile potevano esser posti nelle frazioni comunali.
I registri andavano compilati in doppio originale per poterne fare il deposito nell'Archivio comunale e nella Cancelleria del Tribunale di Prima Istanza. Si doveva denunciare entro tre giorni la nascita di un figlio presentando il neonato all'Ufficiale dello Stato civile "a scansi d'ogni frode". Le pubblicazioni andavano eseguite, in due domeniche a distanza di otto giorni, entro l'anno precedente il matrimonio nei comuni di domicilio dei genitori. Ufficiale Civile competente alla celebrazione del matrimonio era quello del comune di domicilio di uno degli sposi. Per la celebrazione delle nozze andavano presentati: atto di nascita o, in sostituzione, l'atto di notorietà, eventuale fede di morte dei genitori. Per i maggiori di 21 anni bastava il giuramento di ignorare se e quando fossero morti i genitori. Per i certificati di nascita e morte facevano fede i registri parrocchiali. L'Ufficiale dello Stato Civile doveva costatare di persona la morte, che gli veniva denunciata e informarsi sulle cause, compilando poi l'atto di morte alla presenza di due testimoni fra i parenti prossimi o conoscenti del defunto.
La competenza territoriale del Comune di Mattarello fu definita sulla base del Catasto teresiano e comprendeva i due abitati di Mattarello di Sotto e di Mattarello di Sopra, di Novaline e di Valsorda. Il corso del fiume Adige, che non aveva ancora subito la più tarda rettifica di metà Ottocento, costituiva il confine occidentale, a nord si posizionava poco prima dell'abitato di Man in località Stella e a sud si spingeva poco oltre l'abitato di Acquaviva e .Di qui risaliva lungo lo spigolo del monte Vigolana attraversando i boschi e pascoli dello Scanuppia e, raggiunta la sommità, discendeva lungo la valle della Ciresara poco sopra l'abitato di Valsorda. Di fatto il territorio si attestava in un'area di espansione dettata dai regimi fiscali dell'antico regime, confermata anche dalle future riorganizzazioni territoriali.
Nei comuni di terza classe, come Mattarello, gli organi erano costutuiti dal sindaco, dal consiglio comunale e dalla municipalità.
I Sindaci erano di nomina prefettizia, avevano carica annuale e dovevano prestare giuramento di ubbidienza alla Costituzione e di fedeltà al Re nelle mani del Prefetto, o Viceprefetto o Giudice di Pace. Essi rappresentavano i comuni in tutti i loro diritti, godevano di potere deliberativo in tutti gli oggetti d'amministrazione municipale, con obbligo di consultare i savi o anziani in affari economici. presentavano ogni anno al Consiglio comunale il rendiconto dell'anno antecedente, ed il prospetto delle spese e delle imposte comunali per l'anno successivo. Proponevano ai Consigli comunali anche tutti gli altri affari d'interesse generale quali la nomina degli impiegati, di commissioni, lavori pubblici ecc., ed eseguivano le deliberazioni degli stessi Consigli approvate dai Prefetti o Viceprefetti.
Nei comuni di III classe i membri del consiglio comunale erano nominati dal prefetto in numero massimo di 15 e si rinnovavano in egual modo entro un triennio. La convocazione andava notificata quindici giorni prima ed annunciata il giorno stesso col suono della campana o del tamburo. Le sedute si tenevano alla presenza del Prefetto o del Viceprefetto o un loro delegato e per la loro validità doveva intervenire almeno un terzo dei membri; si deliberava collegialmente a scrutinio segreto. I consigli si radunavano ordinariamente due volte all'anno, la prima volta in gennaio o febbraio, la seconda in settembre o ottobre e straordinariamente su invito del prefetto o viceprefetto.
Nella prima adunanza si esaminava il rendiconto dell'anno precedente per la sua approvazione, trasmettendolo poi al prefetto. Nella seconda adunanza si nominavano o si rieleggevano gli amministratori municipali, si determinavano le spese e le imposte comunali per l'anno seguente e si nominavano i revisori dei conti.
Nei comuni di terza classe la municipalità era composta dal sindaco e da due anziani nominati fra i 25 più ricchi o notabili del comune ed eletti dal consiglio a pluralità di voti. Il sindaco, in conformità delle leggi e regolamenti, esercitava tutte le ispezioni amministrative e rappresentative del comune, mentre gli anziani deliberavano sopra tutti gli oggetti di amministrazione proposti dal sindaco. La municipalità presentava ogni anno al sindaco il rendiconto dell'anno precedente e il prospetto delle spese per l'anno successivo. Inoltre eseguivano le determinazioni del consiglio approvate dal prefetto.
Nei comuni di terza classe, inoltre, ciascuna municipalità aveva un segretario e un cursore addetti al'espletamento delle pratiche correnti.
Organi e uffici, nella loro attività ordinaria, dovevano occuparsi di tenere aggiornati gli elenchi delle strade e delle acque, per le quali era necessario provvedere alla loro manutenzione, provvedere all'istruzione pubblica, alla sanità, a garantire il rispetto delle norme sui cimiteri, della riscossione di tutte le riscossioni e imposte.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Franco Cagol - Data intervento: 01 dicembre 2022